COSA SIGNIFICA ISRAELE PER ME
- Canal5779
- 14 feb 2019
- Tempo di lettura: 4 min
(di Marcelo Birmajer)
Israele è, per me, la garanzia di poter difendere la mia vita e la mia libertà, e la vita e la libertà dei miei, e degli innocenti in generale. Israele è un miracolo che nessuna spiegazione razionale, geopolitica o filosofica può concepire. È un miracolo che non può spiegare nemmeno la religione. Somiglia a un sogno, che perfino i suoi fondatori hanno provato a ridimensionare per poterci credere.
Israele per me è mio nonno Trau, la cui prima figlia e la cui prima moglie avrebbero potuto essere salvate se lo Stato fosse esistito dieci anni prima. Israele, per me, è la bellezza allo stato puro. Israele è l'unica entità che posso associare alla parola 'amore', come quando si ama una persona, una donna o un figlio. Israele è il trionfo del bene, della verità e della volontà. Israele è una dichiarazione di protesta e di amore, al tempo stesso, nei confronti di Dio.
Israele è il frutto plurimillenario di un popolo ostinato. Israele è insolenza, sfacciataggine, libertà. Israele è il luogo a cui volevamo arrivare uscendo dall'Egitto. Israele è la miglior forma di relazione fra ebrei e gentili. Israele è il posto in cui due donne seminude passeggiano per mano prima e dopo aver indossato un'uniforme e adempiuto a compiti militari e nessuno chiede loro da dove vengano né verso dove vadano i loro cuori.
Israele è Ariel Sharón, benedetto sia lui, è Golda Meir, Moshé Dayán, Itzak Rabin, Shimon Peres, Abba Eban e tante altre personalità, è il paese con più 'Churchill' per chilometro quadrato.
Israele è falafel, shawarma, bureka e tutte le combinazioni di succhi estratti da frutta che possa entrare nell'Arca di Noè. Israele, per me, è il Paradiso: l'unico in cui credo. Ma dato che sono anche un uomo che bada alla politica, elencherò alcuni dei motivi razionali e condivisibili, verificabili, del suo successo.
Il sionismo è molto più che il movimento di liberazione del Popolo Ebraico, ma per inserirlo nella prospettiva dei secoli XX e XXI mi risulta comodo e ragionevole definirlo anche il movimento di liberazione del Popolo Ebraico.
Il sionismo è l'unico movimento di liberazione del XX secolo arrivato al potere come un'organizzazione democratica, nel maggio 1948, e che si è mantenuto democratico anche sotto la minaccia permanente rappresentata dalle nazioni sue vicine. Sono già sessantatré anni (l'articolo risale al 2011, NdT) che continua a esserlo.
Il sionismo è uno dei pochi movimenti di liberazione del XX secolo ad aver distribuito ricchezza, eliminato l'analfabetismo e 'reso sociali' salute e alloggio. È uno dei pochi movimenti di liberazione ad aver davvero assicurato alla sua gente condizioni di vita sia economiche che sociali ontologicamente superiori rispetto a quelle che quella stessa gente aveva prima della creazione dello Stato di Israele. Voglio sottolineare una volta di più che è l'unico movimento ad aver ottenuto questo progresso attraverso la democrazia.
Il sionismo è stata la risposta più umana, e più che umana, all'inferno nazista: in Israele i sopravvissuti, i parenti e i discendenti dei sopravvissuti e dei morti della e durante la Shoah hanno potuto ritrovare la loro umanità. Il sionismo è uno dei movimenti di liberazione che, dinamicamente, ha salvato più vite civili nel XX secolo. Molte vite civili si sono perdute per via delle guerre e degli attentati terroristici che gli eserciti e i terroristi arabi, europei e asiatici hanno sferrato contro Israele: ma le vite che si sono salvate per il solo fatto che Israele esiste sono milioni oggi e saranno innumerevoli in futuro.
Il sionismo ha promosso la creazione dei 'kibbutzim', l'unico esperimento comunista non repressivo né sanguinario del XX secolo.
Il sionismo è l'unico movimento di liberazione, e l'unico movimento politico nella storia dell'umanità, ad aver portato volontariamente e in massa all'interno dei propri confini gente di pelle nera -dall'Etiopia- per liberarla dall'oppressione e della povertà, in contrasto con quanto accaduto nei mondi occidentale e arabo nei quali è stata semplicemente portata, in condizioni aberranti, nel corso di secoli, per essere schiavizzata.
Il sionismo è l'unico movimento di liberazione del XX secolo ad aver fatto delle persone arabe cittadini con diritti civili e politici. È l'unico movimento di liberazione del XX secolo ad aver permesso ai cittadini arabi di votare liberamente in occasione delle elezioni del primo ministro, di formare propri partiti politici e di esprimere in libertà le proprie opinioni.
Il sionismo è l'unico movimento di liberazione del XX secolo ad aver proposto concretamente, col potere necessario a ottenerlo, uno Stato palestinese nel momento in cui i dirigenti palestinesi accettino l'esistenza dello Stato di Israele in quanto Stato ebraico. Né l'Egitto né la Giordania, durante i 18 anni in cui hanno dominato la Striscia di Gaza e la West Bank, hanno mai proposto non dico uno Stato palestinese ma almeno un minimo di democrazia, di autonomia, nemmeno un'università autonoma. Il sionismo è l'unico movimento di liberazione del XX secolo ad aver migliorato le condizioni di vita dei palestinesi che vivevano nella Striscia di Gaza e nella West Bank.
Il sionismo è la fonte permanente di rivitalizzazione culturale, scientifica, di libertà e umanesimo, che non favorisce solo il Popolo Ebraico ma che ha condiviso i propri progressi con l'umanità intera. Se il Terzo Mondo non fosse stato dominato da governi autoritari, corrotti e antisemiti, il sionismo avrebbe potuto realizzare il tentativo -sempre frustrato dagli antisionisti- di dare impulso all'agricoltura dei paesi africani e del terzo Mondo in generale più poveri.
Lo Stato di Israele, in qualità di Stato, ha commesso molti errori al pari di qualsiasi altra autentica democrazia occidentale, e mai ha fatto peggio. Ma il sionismo oggi continua a essere uno dei maggiori successi umanisti, pluralisti e veramente progressisti degli ebrei dai tempi del Secondo Tempio.
Traduzione di Andrea Ciprandi
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