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IN ISRAELE

  • Immagine del redattore: Canal5779
    Canal5779
  • 4 feb 2019
  • Tempo di lettura: 3 min

(di Fiamma Nirenstein, estratto dall'introduzione di "In Isarele")


Chi vuole festeggiare Israele in questo compleanno, deve smetterla di abbeverarsi agli stereotipi dell'ordine mondiale ancora radicato nella Guerra Fredda; di immaginare il bene e del male, il giusto e l'ingiusto, imbevendosi dei sensi colpa del colonialismo europeo, dell'orrore per la guerra mondiale.


Il popolo ebraico non ha niente a che fare con queste colpe. Mai è stato colonialista, mai ha condotto guerre di conquista.. E' stato solo aggredito, soggiogato, massacrato fino all'avvento dello Stato di Israele. Poi, si è difeso vittoriosamente perché la sua determinazione a vivere era definitiva e eroica. Quello che in realtà non gli si può perdonare è che si sia svegliato, abbia cominciato a camminare e abbia preso la direzione della sua casa, Israele, Gerusalemme, senza chiedere il permesso a nessuno. Si chiama "autodeterminazione", è permessa a tutti fuorché al popolo ebraico.


Mentre scriviamo Israele è probabilmente di fronte al peggiore fra i tanti pericoli di distruzione cui ha dovuto, dalla nascita, far fronte: quello della presenza dell'Iran armato in Siria, sul suo confine, fiancheggiato dalla Russia e servito nei suoi scopi di distruzione dagli Hezbollah, armati con centinaia di migliaia di missili. I palestinesi indeboliti dai loro molteplici rifiuti a trattare una pace che rispettasse il diritto di Israele a esistere, sono ormai un rischio minore, anche se l'uso continuo e crudele del terrorismo li porta ogni giorno alle cronache. L'odio teologico degli ayatollah invece cuoce nell'ombra, prepara missili balistici, non abbandona l'ambizione atomica e ormai incredibile a dirsi, ha le sue forze militari di stanza fino sul bordo del Golan al nord di Israele. Per gli ayatollah Israele deve essere distrutta fino nella sua "radice ammarcita" come dicono, e l'eco di questo odio si ripercuote in tutto il mondo musulmano, fino in Europa, e un nuovo antisemitismo genocida minaccia il fiorente, avanzato Stato degli Ebrei.


Ma non è dei pericoli strategici né dell'antisemitismo europeo, in incredibile crescita, che parleremo qui. Parleremo dell'impasto magico con cui in 70 anni questo piccolo Paese ce l'ha fatta a costruire una società democratica e insieme forte, tecnologicamente la seconda dopo gli USA. 


Chi vuole sapere che cosa è oggi Israele deve innanzitutto viaggiare in lungo e in largo, fare gite dalla pace verde del Lago di Tiberiade e della Galilea, al deserto del mar Morto, e giù nel Negev nei silenzi di Timna e del Grande Cratere e nelle musiche festose di Eilat, e poi tornare su per le coste dove fioriscono le città fino a Tel Aviv, piena di ristoranti e teatri, e a Haifa coi giardini pensili dei Bahai e le fabbriche, e nell'entroterra nelle grotte con le stalattiti, a Beit Shean fra le rovine romane., sui monti alla ricerca di una sorgente..e infine a Gerusalemme, il cuore del Paese. In tutti gli angoli vanno in gita, a ogni vacanza, le folle entusiaste: ma come, sembranop dire guardandosi intorno, è proprio nostro, il nostro Paese, è mio, proprio mio. Un sentiero lo "Shvil Israel" percorre tutto il Paese, ed è un impegno di molti gruppi di giovani farselo tutto a piedi con gli zaini sulle spalle. Segnano il territorio, nessuno glielo porterà più via. Sanno i nomi di ogni pianta, di ogni kibbutz lungo la strada, mangiano pane e formaggio,dormono per terra. Le famiglie in gita spiegano ai bambini cos'è quel fiore e quell'albero, l'acqua eì venerata quando, rara, scorre dalla terra. con amore..Siamo tornati, sembrano dire a ogni passo, dopo secoli di esilio, dopo che siamo rimasti in balia dei più disparati poteri e delle più abbiette follie.. adesso siamo qui, noi coltiviamo, costruiamo, camminiamo dove vogliamo, segniamo il giardino di casa, inventiamo. Chi non capisce che questo è lo spirito di Israele, chi non sa che gli Ebrei sono felici semplicemente perchè hanno una Terra di nuovo, da quando nel 70' dopo Cristo Gerusalemme fu incendiata e i romani chiamarono casa loro "Palestina", non capisce di cosa stiamo parlando.


Quando si arriva all'aereoporto Ben Gurion, subito salta agli occhi la seconda icona dell'indipendenza ebraica: Israele è il Paese dei Bambini, e tanto più questo salta agli occhi degli Europei, ormai quasi privi di figli. Il tasso di natalità qui supera i tre bimbi per famiglia: non ci può credere, in Israele ci sono bambini ovunque, di tutti i colori e dimensioni, bambini che corrono, piangono, ridono, urlano, danno noia, cantano, sorridono adorabili.. bambini che spingono passeggini con dentro altri bambini; bambini piccolissimi per mano alle mamme già con la pancia; bambini nel port-enfant attaccato sul petto del padre. Non c'è centro acquisti dove orde di creature scalpitanti non si accalchino in speciali jamburee. Non si tratta di famiglie religiose: la laica Tel Aviv è in questo come la pia Gerusalemme: un giardino d'infanzia È questa la rivincita storica del popolo ebraico.


http://www.fiammanirenstein.com/


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